Quote

Edicola 518 | Artribune

6 Feb

edicola-518.-photo-leonardo-pellegrino-

A quasi due settimane dall’apertura della nostra edicola/infopoint in piazza Duomo a Catania, leggo questo articolo interessantissimo che mi illumina sul potenziale di quest’attività, mi rincuora sulle possibili sfide socio-culturali da affrontare e rafforza la prospettiva che abbiamo, ancora una volta, con mezzi nuovi, di cambiare le cose intorno a noi.

Per sapere di più su Antonio Brizioli e la sua visione, visita: https://www.emergenzeweb.it/

Di seguito il link dell’articolo su Artribune: Chiusura delle librerie. Parla Antonio Brizioli di Edicola 518 | Artribune

 

 

La nostra edicola, invece, vende oggi solo qualche quotidiano e settimana enigmistica, ma è diventata sin da subito vetrina delle possibili attività che è possibile fare a Catania, per scoprire la città da turista ma anche da cittadino curioso. Abbiamo infatti si da subito riempito le bacheche con una serie di libri e riviste dedicate alla Sicilia, ai viaggi, al turismo, alla storia, all’architettura e alle tradizioni locali. Essendo noi un gruppo di guide turistiche, quello che meglio sappiamo fare è (come dice Antonio) dare vita ai luoghi, in cui la dimensione umana sia libera di esprimersi e agitarsi, facendo pure parlare le pietre, rendendo l’ignoto confortevole e curioso. ‘Ispirarci al paradiso che abbiamo dentro, non all’inferno che vediamo fuori’.

IMG_3512.JPG

 

Fenomeno FALA – Portogallo

11 Jan

Fala (that in Portuguese means informal conversation) is a naïve architecture practice based in Oporto, led by Filipe Magalhães, Ana Luisa Soares and Ahmed Belkhodja. Established in 2013, the atelier works with methodic optimism on a wide range of projects, from territories to birdhouses. Fala’s projects are a medley of formal languages, references, quotations and themes, only regulated by an obsession for clarity; its architecture is both hedonic and post-modern, intuitive and rhetorical.

I loro collage ammiccanti hanno velocemente invaso i social, aprendo con il pubblico e i clienti un dialogo immaginario fatto di tinte pastello, di rosa e di blu, e di una una visione dell’architettura rassicurante ed umoristica che pare affrontare con il sorriso la crisi che la sta attraversando in tutta Europa. Un paradigma di una generazione di architetti europei under 30 che tra crisi economiche e incertezze cerca di costruirsi una propria identità autonoma. WE LIKE IT!

fala-1fala-3fala-6

via Fala atelier. Lo studio under 30 che fa impazzire l’Europa

more info: www.falaatelier.com

Pop-up Cinema – The ‘Centipede’

16 Oct

Urban design di prim’ordine!

Material Strategies

A new way to watch a short film! The temporary urban intervention in Portugal was intended to bring the city together through viewing a series of short films created by local artists. When the structure is fully utilized, the form resembles that of a centipede–a name that stuck, the Centipede Cinema. With three miniature pop-up cinemas and room for 16 people, the Centipede Cinema is a unique and obviously curious structure that would attract any passerby.

Conceptualized and designed by the Bartlett School of Architecture in Britain, the  simple design is colorful and utilizes a plentiful local resource; cork. The lightness of the cork allows for a simplistic and light steel structural frame but is also used to help with acoustics and light. The cladding of the structure is a lighter colored cork where as the interior cork is dark to help reduce light penetration and reflectivity.

This structure…

View original post 141 more words

Ceramica di Architettura

16 Oct

Cenni sulla ceramica.

Ricostruire gli intrecci che hanno portato alla diffusione della produzione ceramica nel bacino del Mediterraneo, significa, infatti, inevitabilmente parlare di popoli, di rotte, di culture, in una sorta di racconto d’avventura che, superando gli ambiti specifici, contribuisce a dare un senso più generale e concreto all’idea stessa di Mediterraneo. Una storia che, pur avendo a soggetto l’evoluzione di una produzione materiale nel tempo, come in un racconto acquerellato di Corto Maltese, ci parla attraverso i colori e le forme, delle vicende dei tanti popoli che hanno abitato nei secoli il Mediterraneo e che hanno gettato le basi della stessa storia dell’uomo. Per primi cretesi e micenei, successivamente macedoni, romani, bizantini e poi subito dopo l’Islam. Attraverso la produzione ceramica si concretizza l’idea stessa del Mediterraneo espressa da Braudel come “cicatrice” tra la cultura occidentale e quella orientale. Un mondo concreto che si trasforma in un racconto fiabesco con l’esplosione del colore.

La ceramica, nelle sue varie applicazioni locali, concretizza l’idea di Gillo Dorfles dell’esistenza di una “peculiarità creativa“, che accomuna le genti dell’Africa Settentrionale, delle penisole greca, italiana, iberica, con le sponde dell’Asia Minore e le grandi isole di Sardegna, Sicilia, Creta e Malta e che unisce nel tempo le generazioni.
Tinte marezzate, luminose e forti, che attraverso le decorazioni ceramiche si diffondono in tutto il Mediterraneo. Il blu persiano, ricavato dalla macinazione delle pietre di lapislazzuli, il cobalto, il verde smeraldo ed il bianco, in una ricerca che usa a modello l’universo dei colori che proviene dalla quotidiana esperienza del mare.

Consegnati a Valencia i riconoscimenti ai migliori progetti per il recupero di palazzi storici.

  • La Casa en Prìncipe Real rivestita in piastrelle prodotte dal gruppo spagnolo Vicente Camp

  • La Casa en Prìncipe Real rivestita in piastrelle prodotte dal gruppo spagnolo Vicente Camp

  • La sala della Casa en Prìncipe Real progettata dallo studio portoghese CAMARIM a Lisbona

  • Interno del Padiglione dell’Amministrazione restaurato da Joan Nogué Arbussa, all’interno dell’ospedale Sant Pau di Barcellona. Ph. Marcela Grassi e Robert Ramos

  • Menzione d’onore per la categoria Architettura alla Casa El Enroque ad Alicante, progettata da Angel Luis Rocamora Ruiz, uno dei progetti menzionati. Ph. M.A.Cabrera

  • Seconda menzione d’onore per la categoria Architettura progetto di bosch.capdeferro arquitectures Casa Andamio, a Begur (Girona). Ph. José Hevia

Source: Premios Ceramica di Architettura e Interior Design 2015 – Elle Decor Italia

Architetture temporanee in legno: il metodo Segal

10 Sep

Le architetture temporanee in legno costruite col metodo Segal si rifanno a un sistema costruttivo messo a punto da Walter Segal negli anni Sessanta. Tutto accadde per caso nel 1963, in occasione della costruzione della propria residenza a Londra. Per minimizzare i costi e i tempi di esecuzione, Segal decise di realizzare una baracca in legno (Temporary House) che avrebbe dovuto essere smontata alla fine del cantiere e i pezzi rivenduti sul mercato, giusto a fianco del cantiere per alloggiare sé e la sua famiglia per il periodo di tempo necessario alla costruzione dell’edificio.

Con questo obiettivo Walter Segal partì dall’ipotesi di utilizzare delle pezzature economiche di legno disponibili senza operare tagli, fori o lavorazioni inutili che avrebbero aumentato il tempo necessario alla realizzazione, prodotto degli sfridi di materiale e diminuito il valore residuo dei pezzi recuperati alla fine del processo.

Il modello costruttivo a portali in legno è derivato dal sistema a Balloon Frame.

Il progetto della pianta della costruzione è impostato su una maglia modulare quadrata 60×60 cm, in cui trovano posto sia la struttura portante sia le partizioni verticali, derivate dai pannelli isolanti disponibili in commercio, intervallati da uno spazio di 5 cm per permettere il posizionamento della struttura portante. Su questa griglia è definito il disegno della pianta, avendo come unici vincoli gli ingombri dei pilastri e con un interasse massimo fra loro di 6 moduli (pari a 385 cm).

Una volta definita la griglia modulare viene redatto il progetto della struttura in portali verticali a giunti rigidi, realizzati a terra e accatastati al suolo.

Gli elementi in legno utilizzati hanno una sezione di 5×20 cm (più raramente 5×17,5 cm) e una lunghezza fino a 7 m, che vincola l’altezza massima (due piani) raggiungibile dalla costruzione. Nella soluzione originale, i collegamenti tra gli elementi strutturali erano realizzati con barre filettate passanti bloccate da dadi e rondelle, per smontare completamente la struttura nei suoi elementi componenti, con la possibilità di montare e rimontare più volte gli elementi senza degradare le connessioni.

L’attacco della struttura al terreno può avvenire per semplice appoggio dei telai su fondazioni puntiformi in calcestruzzo. Una volta preparati, i portali vengono puntati a terra in corrispondenza delle fondazioni e posizionati verticalmente, assicurati con tiranti provvisori in attesa che la struttura sia completamente irrigidita. Poi si procede al montaggio delle travi secondarie, appoggiate a quelle principali attraverso un listello di sezione 5×5 cm che funge da sostegno.

Pianta delle fondazioni e dei moduli, e pianta strutturale del piano terra

Il solaio di terra, sospeso verso l’esterno, è costituito da assi di legno appoggiate alle travi secondarie sulle quali viene posato del materiale isolante morbido. Gli impianti presenti vengono fatti passare al di sopra di questo strato e, successivamente, viene chiuso il solaio superiormente con un altro strato di assito.

Per le pareti esterne si procede più o meno nello stesso modo: sono costituite all’esterno da uno strato resistente alle intemperie mentre all’interno sono di solito rifinite con un pannello di cartongesso. Il fissaggio dei pannelli esterni di finitura garantisce la realizzazione di uno spazio protetto in cui lavorare, mentre l’isolamento in lana di legno di 5 cm viene posizionato dall’interno tra gli elementi strutturali così come gli impianti tecnici, evitando inutili lavorazioni successive su uno stesso elemento. Le pareti sono assemblate montando dei listelli in legno verticali, detti cover strip, per coprire le giunture fra i pannelli e i montanti in legno (5×5 cm) e per migliorare la resistenza all’aria della parete. I montanti verticali vengono assicurati alla struttura portante attraverso chiodatura. Tutte le condutture impiantistiche presenti sono ospitate all’interno delle intercapedini e sono facilmente ispezionabili e manutenibili procedendo allo smontaggio dei pannelli di rivestimento interni.

Esempio di messa in opera di un telaio realizzato terra

Il progetto originale della casa provvisoria realizzata da Segal prevede una copertura piana che lascia la massima libertà di divisione degli spazi interni sottostanti. L’impianto modulare permette inoltre una grande flessibilità poiché i pannelli possono essere rimossi e posizionati altrove senza sconvolgere l’intera struttura dell’edificio, ottimizzando le funzioni richieste ad architetture temporanee.

Nonostante fosse prevista come provvisoria, la prima abitazione realizzata con questo procedimento dopo oltre 50 anni è ancora in ottimo stato di conservazione.

Dopo la Temporary House, Segal venne contattato per la costruzione di altri edifici con questo tipo di struttura nel quartiere di Lewisham, sempre a Londra. Anche dopo la sua morte, la Fondazione che porta il suo nome, ha continuato a operare progettando e realizzando diverse centinaia di edifici, la maggior parte dei quali realizzati da gruppi di autocostruttori.

Source: http://www.architetto.info/news/green-building/architetture-temporanee-in-legno-il-metodo-segal/

Sotto: mostra “Walter’s Way – The Self-Build Revolution” alla AA Gallery, Londra.

Source: domusweb.it

Camposaz 6:6 | Nina’s Treehouse – Rotterdam

7 Sep

13872677_1757891097786216_603991656957927076_n 13912572_1757890307786295_8584018113836353272_n 13895540_1757891344452858_9030091700045534432_n 13902632_1757891277786198_1585352872161928086_n 13924823_1757891374452855_4120003384160430913_n

 

Source: Leuk (klein) project: Nina’s Treehouse – ArchiNed

Window Socket: la presa solare da finestra

20 Jul

Arriva una presa di corrente molto particolare: è portatile, prende energia dal sole e si attacca facilmente al vetro della finestra grazie ad una ventosa, anziché essere sistemata sulla parete.

E’ Window Socket, letteralmente la ‘presa da finestra’, nata dall’idea di due designer coreani Kyohu Song e Boa Oh, che hanno voluto sviluppare una vera propria presa portatile dall’uso intuitivo. Si carica grazie al mini-pannello solare che resta esposto alla luce del sole e immagazzina l’energia necessaria poi a ricaricare qualunque cosa: basta collegarla alla presa. Bastano 8 ore di ricarica e la presa consente 10 ore di utilizzo. Ciò fa sì che possa essere portata con sé e utilizzata anche fuori casa.

Source: Una presa solare da finestra per caricare direttamente con la spina

Pannello solare termico dalle lattine usate

6 Jul

Source: Come costruire un pannello solare termico con delle lattine usate – Ambiente Bio

Honey Factory, Milano – Francesco Faccin

13 Apr

Source: Non è un padiglione di Expo Milano 2015, ma produce cibo sostenibile e genuino durante i sei mesi della manifestazione: si tratta di Honey Factory di Francesco Faccin, che con questo progetto propone una struttura per la produzione di miele in città. Dopo il successo globale degli orti urbani, quest’arnia di grandi dimensioni regala la possibilità di produrre miele sfruttando il lavoro degli insetti nei giardini cittadini. Faccin ha progettato un volume verticale, una sorta di piccola torre di legno cui le api accedono dall’alto. Grazie a un apposito percorso, gli imenotteri raggiungono l’arnia senza mai entrare in contatto con chi si trovi a passare nelle vicinanze. Il messaggio è decisamente green: le api sono sentinelle della salute del pianeta, dal momento che la loro presenza è garanzia di benessere ambientale, mentre la loro assenza è un chiaro campanello di allarme sulle condizioni d’inquinamento. Una portella in vetro rende poi visibile la danza delle api intente a fabbricare il prezioso nettare, offrendo così uno spettacolo visivo che diventa esperienza sonora grazie al sommesso ronzio degli insetti. Honey Factory segna un altro tassello nel lavoro di Faccin, impegnato in un’opera di umanizzazione del prodotto e di riscoperta degli elementi fondamentali della nostra tradizione del fare. Il prototipo è stato commissionato da Marva Griffin e realizzato da Riva1920, storica azienda specializzata in mobili in legno ad alto contenuto innovativo. Honey Factory è attivo nei giardini della Triennale di Milano, partner del progetto, fino al 31 ottobre

Source: Klat

A Tehran il mattone diventa un velo islamico

20 Jan

Un materiale tradizionale come il mattone, se usato con l’ausilio della tecnologia ed estro creativo permette di adattare gli edifici… #admundesignconstructionstudio #condominio #facciataventilata

Source: A Tehran il mattone diventa un velo islamico – YouTrade Web