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GiAC

10 Feb

“Girlfriend In a Coma” Feature Documentary with Bill Emmott Official TRAILER 230 – YouTube.

Oggi ho letto su La Repubblica online che a Roma il MiBAC (Ministero per i Beni e Attività Cuturali ha imposto al MAXXi di spostare la prima del 13 Febbraio a dopo il voto delle elezioni. “Censura e stupidità” dice l’ex direttore dell’Economist, e coautore del film con Annalisa Piras, Bill Emmott: “Oltre che prova della giustezza della tesi del film”. E io gli do piena ragione!

Trovo assurdo che proprio coloro che dovrebbero difendere il paese dall’icona dell’anti-cultura, Berlusconi appunto, proprio coloro che sono “gli intellettuali” e che potrebbero avere più capacità di altri di comprendere quanto male ci ha fatto e ci potrebbe ancora fare, hanno letteralmente censurato un reperto di così alta elevatura intellettuale a favore, in pratica, dell’incentivo dell’ignoranza..è inaudito…

Per chi si trova a Parigi o a Londra o in una di quelle città in Italia dove ancora dichiarare il vero e diffondere la cultura resta un bene comune, ecco qui la lista delle prossime prime del film (per maggiori info: girlfriendinacoma.eu)

FEBRUARY 2013

Thursday 7th – New Cross, London
Venue: Goldsmiths College
Open to public

Friday 8th – Manchester
Venue: Metropolitan University
Open to public

Monday 11th – London
Venue: King’s College
SOLD OUT

Tuesday 12th – Paris
Venue: Institut d’Etudes Politiques – Amphithéâtre Boutmy, Paris
Open to public

Friday 15th – Pisa
Venue: Arsenale, Pisa
Open to public

Monday 18th – Milan
Venue: Palazzo Mezzanotte
Invitation only

Tuesday 19th – Milan
Venue: Università Bocconi
Open to public

Wednesday 20th – Venice
Venue: Ca’ Foscari, Venezia
Invitation only

Thursday 21st – Taranto
Venue: Cinema Bellarmino
Open to public

MARCH 2013

Thursday 14th – ROME
Venue: Luiss, Rome

Voglio stare (bene) in italia

16 Sep

www.italyloveitorleave.it

Un fantastico film che fa sorridere sulla triste realtà dei giovani italiani di oggi. Oggi al Milano Film Festival 2012.

La foto è tratta dal film “Il postino” e la scena ritrae Troisi che dice a Neruda -Mi sono innamorato- e Neruda -Bene, non è molto grave. C’è rimedio- risponde  Troisi: “No! Che rimedio, don Pablo, non voglio rimedio, io voglio stare malato-

E ne approfitto per condividere di seguito l’articolo di Aldo Cibic che ho trovato sull’editoriale on-line di the Plan 060.

“La crisi finanziaria che sta coinvolgendo in questo periodo diversi paesi del mondo occidentale in Italia ha evidenziato delle particolari fragilità strutturali. C’è un governo tecnico provvisorio che sta cercando di avviare quei cambiamenti che la classe politica non è riuscita a guidare, questo ha generato un forte spaesamento nella popolazione e nella classe dirigente. Lavoro da sempre in tante parti del mondo, ma sono italiano e voglio stare in Italia. Forse è arrivato il momento in cui quello che ci può salvare sono le visioni. I modelli globali li conosciamo bene e sappiamo tutti che sono ormai esausti. Nel nostro paese la difficoltà di fare i progettisti ha raggiunto dei livelli insostenibili, a causa di una burocrazia opaca e della mancanza di strategie. Ci troviamo lasciati a noi stessi e – senza voler essere ottimisti a tutti i costi – possiamo considerare questa la nostra opportunità. Vogliamo ricominciare a vivere. Credo che siamo in molte persone, con ruoli e competenze diverse, ad avere le stesse sensazioni, e a vivere con apprensione questi cambiamenti, ma siamo incapaci di ritrovarci in un ruolo attivo. Non ha senso passare la vita a lamentarsi di cosa non funziona nel nostro paese. Si tratta di capire in che modo e su quali basi metterci insieme. Qualche settimana fa, in un workshop sulle start up, il ministro dello Sviluppo Economico ha chiesto di aiutarlo ad aiutarci, indicandogli problemi e soluzioni già sperimentate altrove. La sensazioni positiva è stata quella di vedere un nostro membro del governo mettersi in gioco su una problematica specifica e, rispetto alle istanze sollevate da una quarantina di interventi, essere pronto con un gruppo di lavoro focalizzato a garantire azioni concrete. Le tematiche che ci riguardano sono molte ed è interessante che partano dal basso per mettere sul piatto una grande varietà di input in modo da delineare i confini di un quadro di riferimento complessivo. La cosa più importante è che le persone si parlino, e lo strumento più efficace perché questo possa avvenire è di creare una piattaforma in rete. Già il fatto di attivare un flusso di comunicazione e un confronto tra quello che tradizionalmente è il mondo del progetto e una gran moltitudine di altre professionalità rappresenta un elemento di cambiamento, e se questo approccio a una trasversalità di competenze viene organizzato in un modo in cui sia abbastanza facile dialogare e trasferire informazioni, si pongono le basi di uno strumento che ha le caratteristiche per poter produrre risposte più articolate a problemi complessi. Quello di cui abbiamo bisogno è di essere più creativi nei processi. Questo dipende in molti casi dalla qualità e dalla varietà degli attori coinvolti: pensare comunque che architetti, urbanisti, ingegneri, designers, biologi, storici, geografi, agronomi, amministratori pubblici, giornalisti, economisti, hackers, sociologi, antropologi, chimici e altri ancora possono, a seconda delle necessità, condividere tavoli progettuali specifici, fa intravedere delle potenzialità che non rappresentano una novità assoluta ma che certamente non sono la prassi. Pensando a grandi linee a come si presenterebbe la piattaforma, la immagino suddivisa in quattro aree: 1- la prima in cui si ragiona su proposte, suggerimenti relativi all’efficacia e allo snellimento della burocrazia. Tempi certi e interlocutori affidabili sono valori non contrattabili. 2- la seconda come una banca dati continuamente aggiornata che raccoglie informazioni, previsioni, statistiche che riguardano i campi più disparati e che ha la funzione di servizio al progetto (per esempio: Quanti turisti cinesi avremo nel 2018? Come le monoculture stanno desertificando la pianura padana? Come sta cambiando la composizione sociale nelle diverse parti del paese?). 3- la terza è un’agenda di tematiche, emergenze, opportunità progettuali. Ci sono progetti latenti dei quali si sente il bisogno e per i quali non ha ancora preso forma una committenza (per esempio: turismo legato allo sviluppo del territorio, miglioramento della qualità della vita nelle periferie, riconversioni civili, industriali e agricole). 4- la quarta potrebbe riguardare corsi sperimentali di progettualità integrata nelle università riferiti ai temi dell’agenda. Le scuole dovrebbero essere i luoghi ideali in cui fare dialogare le discipline per creare i nuovi progetti. Tutto questo forse può sembrare un sogno, naturalmente è l’inizio di un pensiero, ma credo che la cosa più importante sia prendere la decisione di mettersi in gioco con se stessi e con gli altri. Se ci si vuole credere, soltanto cominciando a fare si può migliorare.”

18.06.2012 Aldo Cibic

 

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