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Prismi onirici tra deserto e oceano

14 Aug


http://www.letteraventidue.com/architettura/053_bc.html

http://www.abitare.it/en/architecture/barclay-crousse’s-w-house/

http://evedeko.blogspot.de/2012/03/casa-esquis-in-peru.html

Micro Farms

22 Apr

 

Is not utopy anymore. With technology, is reality :)

Third Micro Farm realized in Paris after Berlin and Zurig.

Until 4 may 2012 at ENSCI Les Ateliers

48 Rue St Sabin, Paris

Temi come laproduzione alimentare in ambito urbano, la distribuzione di prodotti amimentari su circuiti corti per eliminare le emissioni di Co2 o la produzione di energia locale sono solo alcuni dei lavori prodotti all’Ensci in partenariato con l’industria francese. L’intero ciclo espositivo è di fatto un focus su questi aspetti che ibridano discipline diverse. Una tavola rotonda è prevista per il 26 aprile prossimo e sarà l’opportunità per fare il punto sulle iniziative di urbanismo agricolo che stanno davvero intensificandosi nelle metropoli di tutto il pianeta. Siamo, non solo teoricamente in grado di ridisegnare una parte dell’utilizzo dello spazio metropolitano, aprendo l’urbanizzazione a spazi per la coltivazione di risorse alimentari, ma anche in grado di fornire nel ciclo di crescita persino l’energia necessaria alla realizzazione dei progetti. Grazie a un circuito chiuso di acquacoltura simbiotica che mescola elementi animali (pesci) e vegetali (le piante e ortaggi) si è in grado di fissare in concime gli elementi di scarto di questo sistema che funziona a circuito chiuso. Certo in questo display la realizzazione, ricorda gli orti-giardini di prossimità degli albori della civiltà industriale, in grado però di ottenere buoni risultati su di una superfice molto più limitata. Dal 2010, le due fattorie già realizzate una Zurigo e l’altra a Berlino già si ritagliano la possibilità di dinamizzare il tessuto di collettività esistenti in materia di riciclo e produzione. L’obiettivo pedagogico di queste strutture è estremamente importante nel ricordare alla nostra società di consumatori attraverso l’utilizzo non solo metaforico dell’acquacoltura simbiotica e idroponica che niente viene veramente perso in natura, ma gli scarti diventano nutrimento o energia. Certo sono strutture fragili, rese ancora più totemiche dal fatto di essere installate su container, oggetti che paradossalmente sono l’emblema della mobilità, e costruite con altri elementi industriali anch’essi stereotipi del prefabbricato che rinegozia uno spazio per la natura all’interno della città.